Eccezionalmente spiego per ragionevole dubbio letterario:
dire essere nessuno significa rinunciare alla propria identità, al proprio valore e alla responsabilità di esistere.
È una fuga, una maschera vuota per non affrontare il peso di essere qualcuno.
Questo atteggiamento, invece che umiltà, diventa una forma di vigliaccheria, perché ci si nasconde dietro il “nulla” per non assumersi il coraggio di vivere da protagonisti.
In altre parole: meglio essere un “qualcuno imperfetto” che un “nessuno per scelta”.